La vicenda di Paolo e Francesca è molto lacunosa sotto il profilo storico. Poche sono le informazioni biografiche sui protagonisti che però sono sicuramente esistiti. Tantissime invece sono le versioni letterarie da Dante, Boccaccio, Petrarca, Silvio Pellico e D’ Annunzio che hanno arricchito la narrazione con particolari di grande fascino, confondendo storia e leggenda.
La versione di seguito riportata si ispira al mito letterario che individua Gradara come possibile scenario del tragico amore.
« Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense »
(Divina Commedia, Inferno – Canto V, 100-107)
Gli sventurati amanti vengono così immortalati da Dante nella Divina Commedia – V canto dell’Inferno. Nel corso dei secoli poeti, musicisti, letterati, pittori e scultori si sono ispirati alla tragedia di Paolo e Francesca (da Pellico a D’Annunzio, da Zandonai a Scheffer, ecc.) ed ancor oggi la loro storia d’amore, avvolta in un alone di mistero, affascina migliaia di persone.